Information Technology: Cosa si nasconde dietro le strategie Telecom Italia per l'Information Technology ?

Roma Fiumicino -

Roma, 29 gennaio 2016

Secondo le ultime voci riportate dalla stampa si torna a parlare di nuovo di un possibile scorporo del settore informatico. Guarda caso questo avviene ciclicamente, sin dai tempi di SSC-Shared Service Center, che si occupava di parte dell'informatica del gruppo Telecom Italia.

Sicuramente il futuro dell’informatica di Telecom Italia, oggi TIM, sarà alquanto incerto, anche alla luce dell’ingresso dei Francesi e del comportamento ambiguo tenuto da parte del Governo sui contributi per la banda larga (sarà ancora l’ENEL?).

Effettuando un’analisi a 360 gradi su quanto accaduto negli ultimi mesi, sia sul fronte politico che sindacale, abbiamo la sensazione che questa notizia sia strumentalmente pilotata dal management aziendale sia nei confronti del Governo, sia nei confronti del fronte sindacale non propriamente compatto verso la firma dei CdS determinando quindi, stavolta, un debole sostegno ai desiderata dell’azienda.

Praticamente un “avvertimento” verso i lavoratori di Information Technology, che ci ricorda quanto già avvenuto per il Caring all’indomani della coraggiosa vittoria del NO referendario.

Secondo la nostra semplice analisi, leggendo tra le pieghe di quanto è accaduto da maggio 2015 ad oggi, la possibile vendita di Information Technology potrebbe essere parzialmente vera.

Infatti, Telecom ha avviato le prime internalizzazioni mirate in Telecom a maggio/giugno verso Network & TILab di personale e sistemi di gestione che hanno una stretta relazione con gli apparati di rete e le operazioni di ridefinizione dei perimetri di attività di fine anno 2015; questo è accaduto parallelamente al relativo ricollocamento di lavoratori da settori operativi (GA) verso settori di collaudo e software factory, settori che negli ultimi anni sono stati maggiormente penalizzati, sia sotto l’aspetto lavorativo (mancanza di lavoro) che di CdS (all’inizio della prima subivano ben 5 giorni al mese).

Tutto questo ci porta a pensare che probabilmente l’obiettivo finale, sempre se esiste una reale logica/capacità industriale, potrebbe essere quello di completare l’internalizzazione di tutta la parte d’esercizio (GA) e infrastrutture (tipo DATACENTER), ancora presente in IT, per poi vendere solo i settori di collaudo e software factory, quest’ultimi in forte crisi anche a seguito dei tagli pianificati da parte del nostro unico cliente: la capogruppo Telecom.

Sarà la presentazione del nuovo piano industriale, che verrà presentato il mese prossimo, a prendere con ogni probabilità la decisione finale sul futuro dell'informatica, non conoscendo ancora neanche le intenzioni del socio di maggioranza VIVENDI.

Resta incomprensibile l’obiettivo di risparmiare, con queste operazioni, il costo del lavoro presso IT, perché il decadimento della qualità e della produttività derivante da continui rimaneggiamenti organizzativi, comporta già da adesso un risultato esattamente all’opposto, con danni per tutto il Gruppo Telecom.

Come USB chiediamo l’immediato reintegro di tutta l’informatica all’interno del perimetro di Telecom Italia, in quanto reale settore strategico per l’Azienda. Siamo contrari a processi di internalizzazione selettiva, che riducono TI.IT ad una Bad Company svuotata di attività e professionalità pregiate e senza alcun futuro industriale.

USB Lavoro Privato - Telecom Italia