CCNL TELECOMUNICAZIONI E CONTRATTO TIM DI SECONDO LIVELLO

NON SIAMO DISPONIBILI A SALIRE SUL RING CON LE MANI LEGATE!!

Roma -

Roma, 20/01/2017

 

Di fronte al feroce e inedito attacco del padronato TIM nei confronti dei lavoratori, che ha disdetto il contratto di secondo livello ormai tre mesi fa, è del tutto evidente che le iniziative di lotta messe in campo dai sindacati “istituzionalizzati” non sono adeguate al livello di scontro.

Sono stati proclamati due scioperi: 2 ore a fine turno il 22 novembre e 8 ore il 13 dicembre. Senza proposte alternative.

Ci pare francamente molto poco.

Se non ci fossero stati gli scioperi e le mobilitazioni dei sindacati di base e conflittuali, spregiativamente definiti da qualche esponente rilevante di un sindacato confederale come “pizza e fichi”  e la mobilitazione autorganizzata dei tecnici (riuniti sotto la sigla CLAT), il livello di mobilitazione sarebbe stato ancora più basso.

Nell’incontro di tutte le RSU del 17 gennaio il dibattito è stato franco e a tratti acceso, ma dal “verbalino” che ne è uscito fuori e che è stato divulgato come “ufficiale e condiviso” mentre non lo era affatto, tutto appare ecumenico e sterilizzato. Si è parlato addirittura di “unanimità” nelle decisioni prese senza che ci sia stata alcuna votazione.

In quella sede USB ha posto precise domande circa i punti minimi inderogabili della contrattazione di I e a maggior ragione di II livello, sui quali non si è disposti a cedere di un millimetro e sui quali si dovrebbero chiamare i lavoratori a lottare.

A queste domande è stato risposto in modo per noi sconcertante che non è utile specificare alcun punto per non dividere i lavoratori.

E’ assolutamente palese che si vuole tenere basso il tenore del conflitto e delegittimare le lotte importanti di tanti lavoratori in prima fila e in particolare dei tecnici del CLAT, definiti nella riunione del 17 addirittura come un’“armata Brancaleone.

Su questa “unità” tanto dichiarata quanto mai praticata, sapendo che TIM riveste un ruolo determinante sul tavolo della contrattazione nazionale del settore, ci appare assolutamente inefficace la proclamazione dello sciopero del 1 febbraio che cade esattamente nel giorno in cui TIM, già tre mesi fa, aveva anticipato che la disdetta del contratto di secondo livello sarebbe stata operativa in assenza di accordo. Accordo che non è stato neanche cercato.

Senza piattaforma rivendicativa per cosa vorrebbero scioperare FISTEL-UILCOM-SLC?

La posizione di USB in questa delicatissima situazione è pertanto chiara:

USB rimarrà vigile sui prossimi incontri con l’azienda. In qualunque momento e dovunque dovessero tenersi non mancherà di essere presente chiamando i lavoratori a fare altrettanto, per rimarcare soprattutto in questa fase decisiva che:

1)     non si firmano accordi che contengano riferimenti anche “sperimentali” al jobs act (dai demansionamenti ai controlli a distanza);

2)     appoggeremo l’unità solo se a decidere saranno chiamati tutti i lavoratori, senza che nessuno si arroghi il diritto di decidere per loro. E’ ancora vivido il ricordo di quanto successo in Almaviva, nella cui vertenza l’arroganza delle segreterie nazionali ha superato ogni limite, mortificando le RSU che su mandato dei lavoratori avevano preso decisioni poi ribaltate dai segretari nazionali.

 

USB Lavoro Privato – Settore Telecomunicazioni