Vertenza TLC: serve una lotta vera non lo sciopericchio di CGIL, CISL e UIL!

Nazionale -

Il 1° febbraio CGIL CISL UIL hanno indetto lo sciopero nazionale del settore TLC.

In questi giorni abbiamo seguito le assemblee, nelle quali CGIL, CISL e UIL invitavano i lavoratori all'adesione e quello che ne è uscito è quanto di più sconcertante.

I sindacati complici non hanno presentato la loro proposta di rinnovo, hanno solo ripetuto quale fosse la posizione di ASSTEL e ASSOCONTACT, che in quanto rappresentanti delle aziende, ovviamente puntano a ottenere un peggioramento sul controllo a distanza, maggiore flessibilità della prestazione lavorativa, riduzione del salario e dei diritti.

CGIL, CISL e UIL, dopo gli ennesimi vergognosi rinnovi contrattuali, come quello sottoscritto per i metalmeccanici, hanno la faccia tosta di chiedere ai lavoratori carta bianca, salvo poi calarsi le braghe davanti ai rappresentanti delle aziende.

La vicenda Almaviva è un esempio del modo in cui operano CGIL, CISL e UIL, che  hanno preferito svendere i lavoratori piuttosto che aprire una vertenza di carattere nazionale a difesa del settore e contro le politiche di delocalizzazioni richieste dalle compagnie TLC e patrocinate dai governi dell'UE.

Dei licenziamenti Almaviva CGIL, CISL e UIL ne sono responsabili quanto il governo e l'azienda. Tutti e tre hanno imposto la divisione tra Roma e Napoli, mettendo i lavoratori gli uni contro gli altri, colpendo a morte un importante segnale di resistenza che veniva dai lavoratori e che un sindacato degno di questo di questo nome avrebbe dovuto fare proprio e rilanciare.

Sin dall'inizio sindacati complici, ASSTEL, ASSCOTACT e Governo, hanno cercato di tenere divise le vertenze e problematiche che attraversano il settore TLC e Call Center; il contratto nazionale, le clausole di garanzia, le gare al massimo ribasso, le delocalizzazioni, l’applicazione del Jobs Act e l’inasprimento del controllo a distanza.

Di nuovo la vertenza Almaviva è un esempio; infatti, la sede di Napoli rimarrà aperta se accetterà il taglio degli stipendi, una maggiore flessibilità e un controllo a distanza più rigido e selettivo, proprio quello che le aziende chiedono sia applicato nel CCNL TLC e nei Call Center in particolare.

Perché oggi i lavoratori dovrebbero dare fiducia a chi li divide e li vende alle aziende?

Come USB crediamo sia necessario dare una risposta dura e netta alle richieste di ASSTEL e ASSOCONTACT, crediamo che per difendere gli interessi dei lavoratori del settore serva il conflitto e che questo non può che avvenire fuori e contro le complicità di CGIL, CISL e UIL.

 

USB settore TLC/CALL CENTER

USB LAVORO PRIVATO NAZIONALE