Nessun accordo tra TIM e USB all'incontro al Ministero del Lavoro

NON C’È PEGGIOR SORDO

DI CHI NON VUOL SENTIRE

 

Nazionale -

L’incontro tra USB Lavoro Privato e TIM, svoltosi il 19 Settembre presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, al fine di esperire il tentativo di conciliazione, come previsto all’art. 1 comma 4 della legge 83/2000, e dalla vigente Provvisoria Regolamentazione sullo Sciopero nelle TLC, si è concluso con un nulla di fatto.

Nel corso del confronto, nonostante l’apprezzabile tentativo da parte del rappresentante del Ministero per arrivare, anche se parzialmente, ad una soluzione conciliativa, abbiamo per l’ennesima volta dovuto registrare da parte aziendale un’assoluta chiusura a trovare soluzioni alle nostre richieste., da quelle di stabilizzazione salariale all’adeguamento dei locali in cui sono stati trasferiti i lavoratori, con tutto il corollario di problemi legati alla mobilità, parcheggi, microclima ecc.

Come USB, abbiamo ricordato inoltre le ultime notizie stampa sulla possibile societarizzazione NetCo e ServCO e la vendita di TI Sparkle, che ci vedono molto preoccupati non solo sul futuro industriale dell’azienda ma soprattutto sulle ricadute occupazionali.

Abbiamo informato il Ministero del Lavoro e la TIM della nostra volontà di richiedere un incontro al Ministro dello Sviluppo Economico per affrontare il tema della rinazionalizzazione di TIM e delle sue controllate, onde impedire che prosegua lo smembramento della società e la cannibalizzazione di queste, con il classico corollario di precarizzazione ed esuberi come abbiamo visto accadere ogni qualvolta le aziende sono state smembrate.

Come detto l’incontro si è concluso con un nulla di fatto e con l’azienda arroccata sulle sue posizioni ed indisponibile a risolvere nessuno dei punti elencati nella lettera con la quale l’USB ha aperto la procedura di conciliazione obbligatoria, costringendoci a continuare a risolvere i problemi ambientali e logistici richiedendo l’intervento degli enti pubblici preposti, ma questo certamente non basta.

A questo punto non resta che la mobilitazione dei lavoratori:

Solo la mobilitazione dei lavoratori può difendere l'occupazione e il patrimonio industriale di TIM, opporsi alle penalizzazioni economiche e normative introdotte negli ultimi accordi aziendali e porre fine al vergognoso scambio tra profitti per pochi e lo schiacciamento verso il basso dei salari e i diritti dei lavoratori.

È necessario che i lavoratori si sveglino da questa rassegnazione che ci ha ormai resi da anni schiavi consenzienti perché è solo con la lotta che si possono difendere i pochi diritti che ancora ci rimangono e riconquistare tutti quelli che abbiamo perso.

USB continua a sostenere la nazionalizzazione e l'unicità di TIM come sola ed efficace soluzione per mantenere viva questa società, visti i pessimi risultati della privatizzazione, e si riserva di promuovere a breve una forte mobilitazione tra i lavoratori del Gruppo TIM.