Gruppo TIM Roma, piano Moving

Nazionale -

In merito al trasferimento massivo in corso del personale verso i poli di “ammassamento” di Acilia, Estensi e Oriolo Romano, stiamo registrando tra i dipendenti un forte clima di disagio e conflittualità, dovuto principalmente ai criteri adottati da parte dell’azienda.


Inoltre riteniamo strumentale la scelta di individuare le sedi di Oriolo Romano, Estensi e Acilia come “sedi disagiate”, utile solo a coprire il forte ritardo nell’esecuzione di pesanti lavori di ristrutturazione (mensa, bar, parcheggi ecc.), e non certo all’effettivo interesse di “alleggerire” il disagio per i lavoratori. In realtà la parola giusta è “inadeguate” e questo è dovuto alla progettazione di un “piano moving” completamente sballato.


La proposta dell’azienda non è accettabile perché stabilisce una discriminazione fra i lavoratori in funzione della loro sede di lavoro, riconoscendone solo tre come disagiate, ignorando i disagi per tutti gli altri.


In merito alla tutela del benessere e della sicurezza di tutti i lavoratori, tenuto conto delle disagevoli condizioni di lavoro determinate dalla riorganizzazione degli spazi in questi open space, ci chiediamo se siano stati valutati gli impatti con particolare attenzione ai servizi (Bagni, Bar, Mensa, Trasporti, Viabilità e Parcheggi).


Il punto di partenza per una seria discussione è quello di considerare Roma e il suo hinterland un unico nodo problematico.


In sintesi riteniamo che l’intesa fin qui raggiunta con la firma del 4 maggio costituisca una piccola regalia destinata a un’esigua parte di lavoratori e per giunta per un breve periodo di tempo.


Riteniamo fondamentale riformulare l’attuale Piano Moving (logistica) attraverso un processo che individui dei poli geografici che privilegino l’esigenza dei lavoratori e non della sola azienda, tenendo conto delle forme di mobilità, delle strategie di finanziamento delle scelte tecnologiche e infrastrutturali appropriate, alfine di favorire le normali attività quotidiane dei lavoratori (spostamenti casa lavoro, casa scuola, erratici per le mille necessità di ogni giorno, uso del tempo libero).


È chiaro che tutto ciò sarà possibile solo se si vorrà affrontare il tema nella sua effettiva dimensione, rapportando la mobilità alla forma urbanistica della città metropolitana, al fine di riuscire a prospettare una soluzione che riesca a fondere elementi decisivi come il buon vivere e il lavoro.


USB ritiene che tale problematica vada affrontata seriamente, favorendo un’analisi a più ampio spettro che consideri tutte le sfaccettature, tenendo conto di tutti i lavoratori che stanno per essere trasferiti.



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