TIM: Ferie e permessi retribuiti.

IL FRUTTO AMARO DELL’ACCORDO DELL’11 GIUGNO

Nazionale -

Il nulla di fatto seguito all’incontro del coordinamento RSU del 13 dicembre 2018 con l’azienda sul tema delle ferie e permessi retribuiti (EF) non è altro che il frutto amaro della sottoscrizione dell’accordo quadro firmato l’11 giugno 2018 da segreterie e coordinamento RSU di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL, UGL Telecomunicazioni.

Di fatto, le segreterie e le RSU delle suddette OO.SS. in quell’accordo hanno condiviso con l’azienda finalità e obiettivi su temi come Relazioni Industriali, Premio di Risultato, Ferie e II° Livello di Contrattazione, correlate e inscindibili tra loro.

Sul tema della fruizione delle ferie e dei permessi l’accordo dell’11 giugno impone esplicitamente di “garantire la programmazione e la fruizione delle spettanze di ferie e la fruizione totale dei permessi annui retribuiti entro l’anno di maturazione degli stessi”. Inoltre, cosa ancora più grave, l’Azienda potrà imporre i periodi in cui saranno fruiti ferie e permessi, nel caso di mancata programmazione da parte dei singoli lavoratori.

Alcune RSU, in rappresentanza delle OOSS presenti nel Coordinamento Nazionale, si sono incontrate nei giorni scorsi in una specifica commissione tecnica dalla quale è emersa una proposta, presentata il 13 dicembre al coordinamento unitario, che provava illusoriamente a migliorare l’accordo stesso. Nella riunione di coordinamento invece l’azienda, nel respingere la proposta, ha richiamato tutti agli impegni contenuti nell’accordo dell’11 giugno sottoscritto dalle OOSS.

L’imbarazzo dei sindacati firmatari è stato evidente: come conciliare un accordo sottoscritto che contiene una resa incondizionata alle volontà aziendali con il tentativo tardivo di salvare la faccia e provare a rimediare a questo errore?

A una franca discussione nella sede deputata che è il coordinamento RSU si è scelta invece la via vergognosa di una riunione “ristretta” per “necessità di chiarimenti politici” tra i soli segretari di CGIL, CISL e UIL e l’azienda, a porte chiuse e lontani da occhi indiscreti. Siamo solidali con le RSU del coordinamento, venute da tutta Italia a Roma, umiliate a rimanere in una sala sindacale per ore a non far nulla per assistere poi al comportamento irriguardoso dei Segretari Nazionali che hanno di fatto delegittimato il ruolo delle loro stesse RSU.

USB, pur non essendo presente nel coordinamento, presidia da tempo il merito della questione.

Ha denunciato le pressioni, cominciate nel 2016 e via via più insistenti, di pianificare i permessi e il grande caos che ne è seguito, fra comunicazioni sulla Intranet aziendale, mail ad personam e pressioni verbali. Ribadiamo, nel caso ancora non sia abbastanza chiaro, che il permesso individuale, nato per conciliare il tempo vita/lavoro, per sua stessa natura, non può essere programmato, così come non sono programmabili le esigenze e le necessità personali.

USB si batterà affinchè la volontà aziendale di evitare la monetizzazione dei permessi in conto ore da oltre 24 mesi, non prevalga sul rispetto del diritto dei lavoratori di fruirne liberamente, senza compromessi peggiorativi.

USB sarà in prima linea per favorire una risposta convinta e partecipata di tutti i lavoratori alle azioni di protesta che inevitabilmente saranno organizzate, se la TIM non provvederà a dirimere con immediatezza la questione, attraverso trasparenti relazioni sindacali e tavoli appropriati per farlo.