Protocollo Covid, governo e Cgil Cisl Uil delegano al padronato la gestione delle misure. USB: scaricati sui lavoratori responsabilità e disagi
L'aggiornamento, più e peggio dei precedenti, è pieno di “raccomandazioni” e vaghezze.
Chi ancora si aspettava un aggiornamento sensato del protocollo Covid per il luoghi di lavoro è rimasto prevedibilmente deluso: l’accordo sottoscritto nell’incontro tra governo, Cgil Cisl Uil e associazioni padronali ha ulteriormente delegato alle aziende la gestione delle misure Covid.
Ancora una volta il Governo ha convocato le organizzazioni sindacali con la richiesta sostanziale di “prendere atto” delle decisioni già prese. Ancora una volta sono stati convocati solo i firmatari dei precedenti protocolli perché è chiara l’intenzione di escludere da valutazioni, bilanci e proposte le organizzazioni dei lavoratori come l'USB che avevano indicato limiti e criticità, tutt'ora irrisolte, dei precedenti accordi.
Al di là delle premesse di rito sull’importanza della tutela dal contagio quello che il protocollo prevede è sostanzialmente una delega in bianco alle aziende che saranno legittimate a gestire come meglio vorranno le varie misure previste. Il protocollo aggiornato, più e peggio dei precedenti, è pieno di “raccomandazioni” e vaghezze: a parte il non andare al lavoro con la febbre (ovviamente, diremmo) e il dover fornire il dispenser del gel per le mani, il resto è tutto in mano alle aziende.
Sull’uso delle mascherine (citate questa volta solo quelle FFP2) è l’azienda di fatto a decidere tutto: quando è obbligatorio e quando no.
Non una parola sulla questione fondamentale delle pause di recupero in caso di uso delle mascherine: lavorare con una FFP2, soprattutto con il caldo, è un chiaro disagio che deve prevedere pause aggiuntive per il recupero psicofisico e il ricambio della mascherina almeno due volte a turno di lavoro.
I rappresentanti delle lavoratrici e lavoratori per la sicurezza (RLS) ancora una volta si vedono relegati in un ruolo subalterno, senza effettivi poteri di intervento perché sono solo da “consultare”.
Il nostro giudizio è netto: questo protocollo non serve a contrastare la pandemia ma serve solo a garantire gli interessi delle imprese, a rafforzare il loro potere discrezionale e a scaricare sulle lavoratrici e lavoratori disagi e responsabilità. Tutto per un ritorno alla loro “normalità” fatta di omicidi sul lavoro, aumento dello sfruttamento e carichi di lavoro e bassi salari. La normalità di un governo che aumenta le spese militari e che non garantisce le risorse necessarie ai servizi sanitari e sociali.
Contro questa normalità chiamiamo alla mobilitazione per costruire una stagione di lotta verso lo sciopero generale per cacciare questo governo e per conquistare salario, diritti e dignità per tutte le lavoratrici e lavoratori.
Unione Sindacale di Base