TIM, congelato il piano di rientro. USB: determinante la mobilitazione dei lavoratori

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Le segreterie di CGIL-CISL-UIL-UGL informano che il piano di rientro è “congelato”.

Le motivazioni di questa marcia indietro dei firmatari del protocollo della fase 2 del 28 aprile sono molteplici.

Certamente pesa la presa di posizione dell’INAIL che individuerebbe nel datore di lavoro il responsabile PENALE della salute dei lavoratori.

Ma crediamo sia stata determinante la mobilitazione dei lavoratori che si sono esposti per contrastare la frettolosità del gruppo dirigente TIM nel voler forzare il rientro nelle sedi.

Finalmente la ragione prevale sulla follia, la difesa della salute pubblica dei lavoratori sulle esigenze di immagine dell’azienda TIM.

USB ha fatto la sua parte, come sempre. Siamo un sindacato battagliero, fatto di donne e uomini che hanno un solo scopo: difendere i lavoratori.

Il nostro contributo sicuramente ha sortito il suo effetto sul far evolvere questa situazione a vantaggio dei lavoratori che, tramite noi o anche individualmente, si sono attivati per contrastare il progetto di rientro.

Questa vicenda dimostra ancora una volta che solo la lotta paga e che un sindacato degno di questo nome ha esattamente il ruolo di organizzarla per avere più speranze di riuscita.

Da questa vicenda emergono diversi spunti di riflessione che dovremo approfondire perché avranno grosso impatto sul nostro futuro lavorativo. A partire dalla mancata erogazione del buono pasto che potrebbe diventare un danno ancora più pesante sul nostro salario se questo “congelamento” dovesse protrarsi ancora per molto.

Ci tenevamo intanto a ringraziare tutti per l’impegno.