Covisian, denuncia di Usb all’Ispettorato del Lavoro sull'abuso di strumenti di flessibilità
Come anticipato, questa mattina abbiamo denunciato all'ispettorato del lavoro di Taranto i fatti accaduti qualche giorno fa con l'imposizione aziendale di ore a recupero nei confronti dei lavoratori e la chiusura totale della sede di via della Transumanza.
Crediamo nel sollecito intervento delle istituzioni per riaffermare i diritti dei lavoratori, violati, a nostro avviso, da una multinazionale che in soli due mesi ha già attinto largamente ad ammortizzatori sociali e strumenti di flessibilità per scaricare sui neoassunti dipendenti il proprio rischio di impresa, benché sia in una fase di evidente crescita conseguente alla recente aggiudicazione di numerosi appalti in tutta Italia.
Neppure l'annuncio dell'acquisizione di nuove attività per il mercato libero dell'energia da svolgersi nella sede di Taranto (appreso da fonti sindacali) pare poter intaccare la linea aziendale di riduzione del costo del lavoro e flessibilità a carico dei lavoratori. Abbiamo notizia infatti di un nuovo ricorso all'ammortizzatore sociale (FIS ordinario questa volta) per finanziare la formazione dei lavoratori relativa alla nuova attività, tanto per cominciare.
Non sappiamo ancora come evolveranno i fatti, ma ci pare intanto paradossale che ad annunciare questi sviluppi con surreale entusiasmo siano Cgil, Cisl e Uil, compiacenti da tempo con un modello di impresa che si fonda sul sacrificio permanente dei lavoratori.
Giuseppe Maniglia, coordinatore del settore TLC per USB Lavoro Privato
Francesco Marchese, Coordinamento provinciale USB