Il sindacato fra realtà sociale e mondo virtuale
In questi ultimi anni abbiamo assistito all’involuzione del Sindacato Confederale CGILCISLUIL. In passato il suo ruolo era quello di conquista dei diritti e della tutela degli interessi dei lavoratori in sede di stipula dei contratti collettivi e aziendali e definiva le scelte di politica economica e sociale del paese. Ora è ridotto a semplice centro servizi di formazione professionale, di assistenza nelle controversie di lavoro e in fase stragiudiziale, di gestione di pratiche previdenziali e, in certi casi, anche fiscali.
Paradigmatiche sono state le dichiarazioni, durante la relazione annuale alle Camere sull’attività della “Commissione di Garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali”, del Segretario Generale della Uil Barbagallo sulla possibilità di indire “scioperi virtuali” e della Presidente del Senato Casellati che ha parlato di “civilizzazione del conflitto”.
Per quanto possa sembrare assurdo e paradossale, mentre le aziende possono essere selvagge non pagando per mesi i propri dipendenti, ricorrere a licenziamenti collettivi e delocalizzazioni, riempirsi le tasche di finanziamenti pubblici grazie a misure di sostegno dallo Stato per poi scappare dal Paese, i lavoratori per poter tutelare i propri diritti devono comportarsi civilmente.
Eppure come previsto dalla nostra costituzione lo sciopero è l’unico strumento civile di lotta nonviolenta a disposizione dei lavoratori per la tutela dei propri diritti nei rapporti economico-sociali.
Quanto si prospetta non è altro che un’ulteriore passaggio della trasformazione del ruolo storico del Sindacato da rappresentanza reale a Sindacato autoreferenziale e virtuale, senza identità e alcun ruolo negoziale puro, in grado di tutelare i lavoratori ai tempi ed alle esigenze del mutamento delle nuove dinamiche delle forme di lavoro che cambia.
Noi di USB continuiamo ad andare avanti per andare "oltre", come abbiamo fatto in questi anni, non perdendo di vista l'obiettivo della rappresentatività dei lavoratori, prendendo posizione e proseguendo senza indugio nel difendere la dignità del lavoro e della sua rappresentatività che non passa certo da quello a cui stiamo assistendo.
Una cosa è certa, di fronte alla deregulation, agli appalti al ribasso, all'aumento del tasso di sfruttamento, ai salari non pagati, ai PDR tagliati non si può pensare che sarà lo sciopero virtuale a scalfire la crescente arroganza di questa classe padronale.
Solo un sano conflitto può portare il padronato a scegliere la via della trattativa, chi come Barbagallo sceglie lo sciopero virtuale ha già scelto da che parte stare.
È più che evidente che questo attacco al diritto di sciopero, già fortemente penalizzato dalle varie delibere, indicazioni, divieti, multe da parte della Commissione di Garanzia, non è altro una sorta di “cavallo di troia” per stroncare definitivamente il conflitto.
Per questo l’Unione Sindacale di Base il 27 giugno alle ore 16 a Palazzo Theodoli, in Piazza del Parlamento 19, alla presenza di giuslavoristi, politici e sindacalisti, presenterà una controrelazione in cui proveremo a spiegare il nostro punto di vista.
Quando c’è da lottare per i propri diritti, i lavoratori lottano
e USB non si fa certo fermare