Incontro al Mise sulle TLC, USB : riportiamo i lavoratori al centro

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L’Unione Sindacale di Base, con le altre sigle sindacali, ha partecipato al tavolo per il settore Telecomunicazioni al Ministero dello Sviluppo Economico. L’appuntamento di martedì 21 è stato l’occasione per riproporre all’attenzione del governo i temi cruciali del settore.

Dal punto di vista dei lavoratori e degli utenti possiamo dire che la lunga stagione di privatizzazioni si è rivelata un fallimento. Il degrado del tessuto industriale delle TLC, dalla gestione delle reti, alle installazioni, alla gestione e allo sviluppo del servizio è confermato dagli indicatori del settore.

Possiamo citare il caso di TIM, principale attore del settore, dove negli ultimi 10 anni gli azionisti e il management attraverso uno stillicidio di ristrutturazioni, licenziamenti e ammortizzatori sociali, hanno solo pensato a fare cassa, magari tagliando unilateralmente il valore degli appalti, anche quelli in essere, peggiorando le condizioni di lavoro di migliaia di lavoratori.

I continui cambiamenti e le lotte al vertice, tra Vivendi e il Fondo Elliot, negli assetti societari hanno segnato diverse inversioni di rotta contribuendo ad una politica che ha portato al ritiro dal mercato internazionale per la nicchia del mercato domestico ormai saturo.

Grazie anche ad un anomalo accanimento dell’Autorità Garante delle Comunicazioni (AGCOM), TIM si è costantemente depauperata perdendo quote di mercato, in un settore già in contrazione. Le ipotesi di “spezzatino” societario, sembra soppiantata dalla “fusione” tra TIM e Open Fiber, ancora da definire nei contorni e nelle modalità operative, ma rispetto alla quale richiediamo garanzie occupazionali .

Tuttavia confermiamo la nostra preoccupazione e la nostra contrarietà per operazioni dal carattere prevalentemente finanziario che sia nell’ipotesi di scorporo dell’accesso, sia dei servizi in quanto produrrebbero migliaia di esuberi , in TIM e nell’indotto.

C’è la necessità di superare il gap tecnologico e di farlo garantendo il servizio in tutte le aree del paese anche in quelle dove per il mercato non è conveniente investire, e questo si può fare solo con una direzione pubblica del settore, l’unica che può coniugare gli interessi generali dei lavoratori del settore e dei cittadini.

Nei mesi scorsi in questo ministero abbiamo partecipato all’incontro sulla situazione nei Call Center, settore fortemente caratterizzato dagli appalti, dal dumping contrattuale e dalle delocalizzazioni camuffate. In molti casi si tratta di commesse pubbliche, o di enti statali e a poco sono serviti gli accordi, le lavoratrici e i lavoratori del settore continuano a lavorare con salari bassi, molto spesso in deroga al CCNL e in condizioni lavorative penalizzate dal controllo ossessivo sulla prestazione.

Nonostante la flessibilità e i bassi salari le aziende del settore Call Center sono in procinto di avviare un processo di ristrutturazione che le porta ad investire su capitale fisso, nuove tecnologie, a chiedere l’accesso a ammortizzatori sociali in deroga e alle politiche attive. Stando alle dichiarazioni di parte padronale sono a rischio circa 80.000 posti di lavoro.

Parlare di TLC significa parlare del settore Installazioni e impianti un settore in cui chiediamo un intervento che contrasti la deregulation e il dumping degli appalti, vedi TIM. Mentre i lavoratori della Sirti subiscono con la CdS il taglio dei salari fino al 35%, l’azienda incassa il risparmio e al tempo stesso impiega un numero minore di operai di ditte appaltatrici che dovranno svolgere lo stesso volume di lavoro ma siamo convinti che saranno chiamati a farlo con meno diritti, meno salario e meno sicurezza.

Abbiamo chiesto dunque al Governo di preservare il patrimonio industriale del settore TLC , tutto dalla rete, alle istallazioni, ai call center attraverso :

·         Promozione di nuove regole su contrattazione e rappresentanza sindacale che impediscano di stipulare accordi peggiorativi in deroga al CCNL e alle norme di legge, che non limitino la libertà sindacale e di sciopero di lavoratrici e lavoratori e che estendano i diritti sindacali a tutte le organizzazioni sindacali.

       La rivalutazione dei Salari e introduzione del Salario minimo, utile a “stabilizzare e restituire dignità” nei comparti oggetto di appalti e di forte deregulation, a partire dai call center ai servizi interni alle grandi compagnie, per finire alle installazioni impianti (vedi la recente lotta dei lavoratori della SIRTI) contrastando il fenomeno della competizione ribaltata sui lavoratori e le gare condotte a massimo ribasso, anche a rischio delle condizioni minime di sicurezza in cui i lavoratori operano.

       La promozione di iniziative legislative in favore della tenuta occupazionale e che favoriscano un sano ricambio generazionale e la immissione di nuove forze dal mercato del lavoro.

       Una politica nazionale di gestione e sviluppo delle infrastrutture di reti di nuova generazione che garantisca i servizi a tutto il territorio nazionale, valorizzi asset e patrimonio occupazionale degli attori coinvolti, mediante la partecipazione dello Stato nell’azionariato ed esercizio della Golden Share nel gruppo TIM, a partire dalla ipotesi di Fusione TIM-OF, dichiarando il modello prescelto e le garanzie occupazionali e professionali per i lavoratori delle aziende coinvolte, ovvero TIM, Flash Fiber (JV TIM-Fastweb) INWIT, o Kena.

       Partecipazione dello Stato nell’azionariato Sparkle, avamposto cruciale per il Paese, con la sua rete su cui poggia la sicurezza delle informazioni scambiate a livello internazionale che si intreccia anche su questioni delicatissime, come la cybersecurity tra Italia e resto del Mondo, con particolare attenzione al Bacino del Mediterraneo, ed alle aree dove sono presenti maggior conflitti. Auspichiamo che il Governo contribuisca con un intervento strategico di lungo respiro, che si configuri non solo a protezione delle reti e delle infrastrutture (esercizio Golden Power e nomina dei vertici) , ma, anche e soprattutto, si declini in una partecipazione pubblica importante nel capitale , che determini la governance dell’intera azienda e assicuri i necessari investimenti.

Al termine della consultazione di tutti i soggetti presenti al tavolo, la delegazione dei Ministeri del Lavoro e dello Sviluppo Economico si è resa disponibile per il prosieguo del confronto del tavolo con mirati approfondimenti su appalti e dumping contrattuale, formazione e riqualificazione dei lavoratori, ammortizzatori sociali e fondi di settore utili a governare positivamente le dinamiche occupazionali e aspetti regolamentari.

USB riporterà le sue posizioni nei tavoli di confronto