INPS Servizi: invece della promessa contrattazione sui salari l'azienda propone lo smart working per risparmiare ulteriormente sulla testa dei lavoratori
Il 3 febbraio USB ha incontrato per Inps Servizi il Direttore Generale Borri e il Responsabile Risorse Umane Angiolillo, per discutere della piattaforma rivendicativa condivisa con i lavoratori durante le ultime assemblee.
Nonostante gli impegni dell'azienda ad aprire la trattativa a gennaio, a distanza di due mesi si continua a non voler affrontare il tema della perdita salariale degli addetti al Contact Center e dei colleghi dell'headquarter di Roma.
L’azienda difatti si è limitata a fornire riscontro solo nel merito di un aumento graduale delle ore per i part time a 10 ore. Cosa del tutto doverosa a nostro avviso, visto che si tratta di lavoratori fortemente sfruttati, ma del tutto insufficiente a sanare il grave gap dei salari poveri presenti in forte prevalenza nell'azienda di proprietà Inps.
La dirigenza ha proposto poi uno scambio tutt'altro che equo: prima sistematizzare il lavoro da remoto al 100% con un accordo sindacale (così l'azienda si garantisce un risparmio costante sui costi delle sedi e su quelli energetici) e solo dopo – non ci è dato di sapere quando- una stima del risparmio ottenuto per valutare una eventuale ridistribuzione tra il personale.
Riteniamo che questo somigli più a un ricatto che ad una trattativa, pertanto continueremo a ritenere non prioritario un accordo sullo smart working se CONTEMPORANEAMENTE non si raggiunge quello sul recupero del salario perso.
Il prossimo incontro si terrà il 14 febbraio e questa sarà la posizione che continueremo a portare avanti.
USB Lavoro Privato