Manifestazione nazionale, il 24 giugno tutti a Roma
Il CCNL TLC è scaduto il 31 dicembre 2023 e da parte dei sindacati confederali SLC-FISTEL-UILCOM è stato presentato un semplice documento di indirizzo politico, ove non c’è traccia di nessuna rivendicazione salariale e normativa.
Questo segna, se ancora non era chiaro, la resa definitiva di chi dovrebbe tutelare gli interessi dei lavoratori a vantaggio di chi deve fare profitti, con il contenimento del costo del lavoro legato alla produttività e alla competenza, con l’incentivazione della previdenza complementare/sanità privata (Welfare Aziendale), che drena soldi a discapito della previdenza/sanità pubblica.
La crisi economica e sociale in cui versa il paese può trovare la soluzione solo con una diversa politica contrattuale che porti ad una reale redistribuzione della ricchezza prodotta, per questo crediamo che a fronte di ciò sia quindi necessaria una proposta di rinnovo del CNNL che ponga al centro la dignità del lavoratore in quanto essere umano, la sua piena cittadinanza democratica nei luoghi di lavoro, ed una equa ridistribuzione della ricchezza prodotta.
Mentre l’inflazione sale, i profitti dei padroni aumentano e i salari di chi lavora restano al palo, la politica della moderazione salariale oltre quella di delegare alle multinazionali il futuro produttivo e digitale di questo Paese, già fortemente deteriorato dalle politiche di privatizzazione, si stanno dimostrando sbagliate e deleterie.
Lo dimostrano i dati diffusi dall’'Istat per l’anno in corso, in cui si evince come dal 2012 gli aumenti contrattuali, in base all’indice IPCA che esclude dal calcolo i costi energetici (gas, elettricità e carburanti), non coprono i rincari ormai fuori controllo degli alimentari che sono quasi raddoppiati, del gas ed elettricità cresciuti di un multiplo, i carburanti per le auto più del 30%, le rate dei mutui a tasso variabile cresciuti quasi del 50%, con drammatiche conseguenze per chi lavora.
Serve una netta inversione di tendenza che rimetta al centro l’interesse dei lavoratori, il rinnovo del CCNL dovrà favorire il raggiungimento di tali indirizzi di ordine economico e sociale.
La strada da fare è lunga e non facile. Ma chi cerca scorciatoie, come in montagna, spesso finisce nei crepacci.
C’è bisogno di salari decenti, come minimo da 10 euro l’ora, di contratti a tempo indeterminato, di protezione dai licenziamenti arbitrari, per arrivare alle devastazioni ambientali, alla insostenibile emergenza abitativa, alle insopportabili politiche contro gli immigrati, al blocco dell’ascensore sociale per le nuove generazioni e al rischio della “secessione reale” del paese rappresentato dall’autonomia differenziata.
Per fermarli c’è bisogno di reagire:
Uniamo le forze, per costruire percorsi comuni è non farci rubare il futuro
SABATO 24 GIUGNO MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA
APPUNTAMENTO ALLE ORE 14 A PIAZZA DELLA REPUBBLICA