Rai S.p.A., USB: le ragioni del NO al Referendum sulla proposta presentata dalle OO.SS. per il rinnovo del CCL

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L’ipotesi di rinnovo del contratto collettivo di lavoro, presentata dalle OO.SS. ai lavoratori il 16 luglio è irricevibile. Il fatto di presentarla nella seconda metà di luglio, quando la maggior parte delle produzioni televisive è ferma e il personale è in ferie non può non essere letto come un tentativo di far passare un accordo radicalmente a vantaggio dell’azienda in un momento in cui l’attenzione delle lavoratrici e dei lavoratori è più bassa.

Viene da domandarsi se non si è cercato di trovare una proposta quanto più vicina alle richieste aziendali per ottenere un rapido accordo per poter procedere alle elezioni per il rinnovo delle RSU nelle prime settimane d’autunno.

Nel merito del trattamento economico, peggiorato, è da notare che il livello di inquadramento preso a parametro medio per l’ipotesi di aumento della prima voce è il terzo livello, nonostante le ipotesi di accordo precedenti prevedessero il parametro al quarto livello.

L’aumento della prima voce consistente in 130 € lordi dilazionato in tre anni, rispettivamente in 50 € a novembre 2024, 40 € a luglio 2025 e 40 € a luglio 2026 non copre nemmeno lontanamente il calo del potere d’acquisto delle famiglie delle lavoratrici e dei lavoratori registrato nell’ultimo triennio. Con l’impennata dei prezzi dell’energia e dei generi alimentari, relativamente anche alla situazione conflittuale globale, si stima che la perdita in termini di salari reali sia di 4500 € anno, a fronte di un ristagno degli stipendi che colloca l’Italia come fanalino di coda in tutta Europa con la perdita salariale del 2.9%.

La proposta presentata dalle OO.SS. è troppo lontana dalle necessità delle lavoratrici e dei lavoratori per poter essere accolta, il trattamento economico troppo esiguo rispetto ai 300 € netti al mese che USB rivendica trasversalmente.

L’apertura dei tavoli tecnici, infine, non dà adeguate garanzie circa un reale sforzo nei confronti di tematiche fondamentali per il benessere delle lavoratrici e dei lavoratori quali la conciliazione vita-lavoro e la riduzione delle ore di lavoro, elementi che devono essere cardinali nella presentazione di una proposta di accordo tra OO.SS e azienda nel quadro del rinnovo del CCL.

La presentazione di tale proposta da parte di tutte le sigle firmatarie del CCL rappresenta un grande passo indietro nelle lotte per la rivendicazione di diritti fondamentali del lavoro, ed è per questo che voteremo NO al Referendum, auspicando che la trattativa riparta da un progetto più incisivo e che realmente guardi alle esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori.

Unione Sindacale di Base