TIM: ferie e permessi Il capo ci prova, tu cedi
Ogni anno la stessa storia. Quando si tratta di pianificare le ferie, il capo di turno insiste perché i lavoratori non solo pianifichino le ferie residue ma le inseriscano nel sistema ESS che equivale, lo ricordiamo, a richiederle ufficialmente e a impegnarsi a fruirne, lasciando poi alla discrezione del capo la possibilità o meno di accettarne lo spostamento.
La pratica dell’inserimento in ESS è espressamente esclusa dall’accordo su ferie e permessi del gennaio 2019, nel quale si dice chiaramente che il caricamento nel sistema avviene “tempo per tempo”.
Come USB criticammo aspramente quell’accordo, nel quale ravvisammo tutta la prepotenza padronale di voler disporre a piacimento del tempo di riposo dei lavoratori.
Pochi diritti rimanevano nell’accordo. Tra questi la possibilità di rimodulare l’iniziale pianificazione delle ferie, modificando un semplice file excel, senza dover sottostare alla macchinosità del sistema ESS.
E invece, da una parte Relazioni Industriali rassicura nell’incontro del 29 settembre i delegati sindacali che le pressioni sui lavoratori sono indebite e, se segnalate, verranno represse, dall’altra i gestori di struttura invitano i responsabili a premere sui lavoratori perché inseriscano le ferie in ESS.
E molti lavoratori le inseriscono.
Due dunque sono i motivi che ci preoccupano.
Il primo riguarda il motivo di tale insistenza. Se, come ci è stato detto informalmente, si tratta di motivi contabili, perché non dirlo espressamente? I lavoratori si sono dimostrati responsabili in questa crisi pandemica, a volte più dei loro dirigenti, e sarebbero in grado di comprendere la necessità del momento.
Per garantire lo spirito dell’accordo, basterebbe modificare il meccanismo di spostamento ferie, rendendolo più agevole e meno soggetto alla discrezionalità del capetto di turno.
Ci chiediamo a cosa serva fare accordi se poi non vengono rispettati in primis dall’azienda. Ci sembra molto difficile infatti che i gestori facciano pressioni senza seguire una linea guida aziendale.
Ci viene il dubbio che questa sia una subdola maniera di aggirare gli accordi che vengono stipulati solo formalmente per poi lasciare che siano disattesi.
Il secondo riguarda l’atteggiamento remissivo di molti lavoratori i quali, nonostante l’illegittimità della richiesta e le ripetute assicurazioni sulle tutele previste nell’accordo, ci pare giudichino tutto sommato poco importante cedere alle pressioni dei responsabili.
Ma non è così. È il nostro tempo, sono le nostre ferie, non dell’azienda. Ricordiamo a tutti che le ferie sono un momento di riposo e di recupero psicofisico dal lavoro ed è proprio in questo momento di incertezza, di preoccupazione, di stress psicologico che dovremmo difendere i nostri spazi di riposo.
Non è una battaglia di retroguardia ma serve a ribadire un concetto base del nostro rapporto “datore di lavoro” - “datore di forza lavoro”:
il MIO tempo per il tuo salario.