Tim piano moving Roma, Usb chiede il rispetto delle norme di sicurezza
Il piano più generale di ristrutturazione e taglio dei costi imposto dal CdA prevede anche la riduzione delle sedi di lavoro e degli spazi fisici. Tim ha deciso la chiusura di diverse sedi su Roma e lo spostamento di migliaia di lavoratori accorpati in sedi più piccole, in open space rumorosi e congestionati.
Lo spostamento sta comportando grandi difficoltà ai lavoratori coinvolti, sia per il cambio di sede e sia perché le sedi di destinazione sono ancora dei cantieri aperti.
E la realtà dei fatti smaschera il patetico tentativo dell’azienda di concedere ai lavoratori delle sedi oggetto di cantiere, strumentalmente definite “disagiate”, il finto favore di utilizzare il lavoro agile.
Probabilmente Tim per incassare i risparmi legati al taglio degli affitti non si è fatta scrupoli di imporre il trasferimento in sedi a nostro avviso inadeguate e senza le necessarie condizioni di sicurezza e igiene.
E non importa se poi le condizioni di lavoro peggiorano e il disagio psicofisico aumenta. Il famigerato Piano Moving è il fulgido esempio di questa ossessione aziendale di riduzione dei costi.
Nelle sedi di Oriolo, di Acilia, di Estensi ormai il numero di dipendenti per sede ha da tempo oltrepassato i limiti della compatibilità con un vivere e lavorare con dignità. Le ripetute segnalazioni alle autorità competenti degli RLS USB delle sedi di Acilia lo dimostrano.
La sede di Estensi è la “punta dell’iceberg” di questa situazione disastrosa e l’USB si è adoperata sin dall’inizio nel controllare passo passo il suo evolversi. Con i lavori di ristrutturazione ancora in corso e i servizi ancora carenti o del tutto assenti, l’azienda non ha esitato a trasferire ulteriore personale da Parco de’ Medici raggiungendo circa i 600 dipendenti.
Le principali problematiche riscontrate ed evidenziate all’azienda con il nostro comunicato del 26 giugno non solo non sono state risolte ma si sono, come previsto, addirittura aggravate e se ne sono aggiunte di nuove.
Infatti nel nuovo sopralluogo che come delegati USB abbiamo eseguito presso la sede di Estensi il 4 luglio, sono stati rilevati diversi aspetti relativi alla sicurezza, all’igiene e al microclima, dei quali abbiamo redatto un dettagliato rapporto, che destano notevoli preoccupazioni e sui quali è necessario che RSPPA e RLS diano risposte circostanziate e urgenti.
USB ha raccolto la rabbia dei lavoratori nelle assemblee svolte e ha richiesto all’azienda interventi immediati a soluzione. Aveva altresì richiesto a RLS e RSPPA la documentazione e le certificazioni di idoneità delle sedi, senza aver ottenuto alcuna risposta formale e oggettiva. Aveva chiesto un incontro per poter affrontare costruttivamente le difficoltà, senza ottenere alcun riscontro.
Dopo oltre due mesi di richieste e segnalazioni è evidente che TIM sta traccheggiando, sperando che nel frattempo si chiudano i lavori nei cantieri aperti all'interno di zone adibite a uffici.
A questo punto la situazione ha ormai raggiunto il limite e ci vede costretti ad allertare le autorità competenti.
USB promuoverà al contempo lo stato di agitazione che si svilupperà nei modi e nei tempi che concorderemo al più presto con i lavoratori.
USB Lavoro Privato - Settore Telecomunicazioni