TIM TECNICI ON FIELD EMERGENZA COVID-19

Al fine di contenere l’attuale crescita esponenziale dei contagi da COVID-19 sul territorio nazionale, il Governo ha deliberato ulteriori misure restrittive che purtroppo, a tutt’oggi, non riescono a sortire i risultati sperati. La pandemia ha messo in evidenza, ancora una volta, le insufficienze degli interventi attuati nei luoghi di lavoro per contenere e contrastare il rischio biologico.

Nazionale -

 

I Tecnici on Field (TOF) di TIM non fanno eccezione e, come in altre aziende di servizi, si registrano su tutto il territorio nazionale contagi che rischiano di trasformarsi in cluster se non si implementano protocolli di prevenzione e controlli adeguati.

La diffusione dei contagi sta alimentando una legittima preoccupazione tra i TOF, i quali dall’inizio della pandemia sono impegnati nel garantire i servizi essenziali di connettività alla popolazione, tra i quali la continuità lavorativa dei lavoratori in SMART WORKING e la didattica a distanza (DAD).

Purtroppo, registriamo pressioni sempre maggiori sui colleghi per svolgere le attività di collaudo e certificazione esponendoli, in assenza di un’autocertificazione formalizzata da parte dei clienti, a rischio di contagi.

Segnaliamo come il sondaggio preventivo richiesto al cliente, lasci la valutazione se effettuare o meno l’intervento esclusivamente ai tecnici, scaricando su di loro tutte le responsabilità, lasciando all’eventualità il rischio di contagio reciproco tra clienti e tecnici.

Pur consapevoli della necessità di garantire il servizio in questo momento drammatico, torniamo a chiedere, oltre che di limitare l’attività presso il cliente, che vengano attivate urgentemente le seguenti misure di controllo e prevenzione nel rispetto dei DPCM:

  • Pulizia/sanificazione dei locali aziendali e bagni delle centrali, con comunicazione affissa in loco della data dell’ultima pulizia/sanificazione.
  • Obbligo di firma del registro delle visite da parte del personale impresa con relativa autodichiarazione di non avere sintomi (così come i tecnici fanno quando vanno a lavorare ad esempio nelle scuole o presso uffici/aziende).
  • Test di screening a tutto il personale con l’utilizzo di tamponi rapidi con cadenza quindicinale e conseguente test molecolare in caso di positività;
  • Verifica e informativa quindicinale sull’applicazione delle regole del protocollo condiviso Governo-Parti Sociali per aggiornare tutte le rappresentanze sindacali (RLS e RSU) sull’andamento dei contagi in azienda.

L’epidemia COVID-19, che ha colpito l’intero paese, ha evidenziato la centralità dei lavoratori delle telecomunicazioni, uno dei Servizi Pubblici Essenziali, e in particolare dei TOF che con grande professionalità stanno fornendo il loro contributo per garantire la connettività del sistema Paese. Ha inoltre portato alla luce il ricorso agli appalti al massimo ribasso che costringono i lavoratori ad un precariato diffuso spesso pericoloso quanto il virus, motivo per il quale chiediamo assunzioni, immediate e stabili, alle dirette dipendenze TIM e non tramite appalti o altre forme di vergognoso precariato.

Come USB ribadiamo che deve essere sì garantito il servizio essenziale ma evitando attività rimandabili che aumentino rischi per la salute dei lavoratori, così come messo in evidenza dall’art. 15 del testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro, dall’art. 2087 del c.c. (tutela delle condizioni di lavoro) e dall’art. 41 della Costituzione, evitando lavorazioni non necessarie e lo svolgimento di attività burocratiche non sempre utili al bisogno di connettività.

Sosteniamo sin da subito le iniziative di lotta che i lavoratori metteranno in campo a tutela della salute loro e dei cittadini, nell’interesse più generale del paese.