Un Congresso per il conflitto i diritti l'organizzazione
In allegato le mozioni deliberate dal congresso
Il congresso di USB Lavoro Privato che si è svolto il 4 e 5 maggio a Montesilvano, ha costituito un importante elemento di verifica e di valutazione sia dello sviluppo dell’organizzazione sia dell’amalgama, a tre anni dall’unificazione, realizzatasi tra strutture provenienti da esperienze diverse.
Oltre 200 delegati, eletti in migliaia di congressi aziendali e territoriali in rappresentanza di tutti i settori del lavoro privato e di tutte le regioni, quasi 100 interventi nei due giorni dei lavori, hanno messo in luce non solo la profondità della crisi ma anche le potenzialità insite in un modo di fare sindacato che ribalti la logica della riduzione del danno, di compatibilità e complicità, di patti tra produttori come se sulla stessa barca non ci fosse chi rema e chi comanda.
Dalle drammatiche vicende di tutti quelli che, lavorando nei servizi pubblici, come le ex municipalizzate del’igiene ambientale e negli appalti ad essi legati, come le cooperative sociali e di produzione, si vedono consegnare lettere di licenziamento, come al San Raffaele di Milano, o di drastica riduzione di orario a causa dei tagli della spending review, alle lavoratrici e lavoratori che subiscono misure repressive negli stabilimenti FIAT, ai dipendenti dei grandi centri commerciali che vengono costretti a turni massacranti e presenze al lavoro anche nelle festività, dai/ dalle precarie/i dei call center alle cassaintegrate / licenziate dell’Alitalia, da chi perde il lavoro a causa delle esternalizzazioni che colpiscono anche le imprese private come la Sigma-Tau agli esodati di tutti i settori, dagli autoferrotranvieri ai ferrovieri soggetti a pesanti privatizzazioni, dai giovani dell’ILVA testimoni di una riconquista di dignità, per tutte e tutti il Congresso ha costituito un momento importante per conoscersi e riconoscersi in un progetto solidale, organizzato e conflittuale.
Da tutti l’esigenza di organizzarsi a livello di settori ma anche di dare slancio alle strutture confederali visto che sempre più si determinano interconnessioni tra pubblico e privato, che sempre più spesso sorge la necessità di agire anche al di fuori dai posti di lavoro, prefigurando la figura del delegato territoriale capace di connettere le singole vertenze e di promuovere azioni di solidarietà per superare la condizione di isolamento e solitudine che oggi circonda molte lotte.
Non è stato un congresso di dibattito formale, a nudo sono state messe le esigenze di maggiore capacità di rispondere ai problemi, della necessità della formazione e di avventurarsi su terreni finora inesplorati ma che diventano importanti in un’epoca in cui molti anche tra i lavoratori sembrano aver perso coscienza di un’ identità collettiva, aver smarrito la cognizione di chi sia il nemico, l’avversario di classe, di cosa siano i potentati economici e finanziari i cui rappresentanti siedono nelle istituzioni politiche e finanziarie europee e internazionali, responsabili delle misure che colpiscono pesantemente i settori sociali più deboli.
Particolare attenzione nel dibattito è stata posta alla questione della democrazia sindacale, tema del prossimo patto tra cgil cisl uil e confindustria sulle elezioni delle RSU che si prospetta come il tentativo di mettere l’ennesimo bavaglio non solo ad ogni ipotesi di conflitto ma soprattutto di espropriare i lavoratori di ogni possibilità di partecipazione e decisione; per questo l’idea di una stagione di grandi mobilitazioni, fino allo sciopero generale, a cominciare da un’assemblea nazionale aperta a tutti , delegati e delegate, militanti sindacali, lavoratori e lavoratrici, ha ricevuto l’approvazione generale.
Insomma un buon congresso, ottimo preludio al prossimo congresso confederale di USB.