TLC: Scioglimento della riserva sull’Accordo di Rinnovo del CCNL TLC

Con lo scioglimento della riserva dell’11 gennaio ’21 è passato il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro per il comparto delle TLC, scaduto il 30 giugno 2018 e che ad oggi interessa circa 120.000 lavoratori.

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Di seguito riportiamo una sintesi riepilogativa degli importi, sotto forma di una tantum previsti a febbraio 2021 e degli aumenti salariali derivanti dalla contrattazione per i lavoratori TIM con solidarietà al 6%:

Febbraio 2021

€ 450,00

Una tantum rinnovo contrattuale

€ 551,00

Una tantum contratto di espansione per liv. 3, 4, 5 e 5 S

€ 1357,00

Una tantum contratto di espansione per liv. 6, 7, e 7 Q

Aprile 2021

€ 30,00

Aumento rinnovo CCNL parametrato al liv. 5°

Dicembre 2021

€ 20,00

Aumento rinnovo CCNL parametrato al liv. 5°

Aprile 2022

€ 30,00

Aumento rinnovo CCNL parametrato al liv. 5°

Ottobre 2022

€ 20,00

Aumento rinnovo CCNL parametrato al liv. 5°

 

Tuttavia, alla rassegnazione di qualche collega che sull’arrivo dei miserabili aumenti e arretrati pensa "meglio pochi che niente", ci preme ricordare quanto ribadito nei nostri precedenti comunicati del 4 e 13 dicembre 2020 nei quali abbiamo evidenziato i molti aspetti passati inevitabilmente sotto silenzio, relativi alle novità normative introdotte da questo rinnovo contrattuale.

Si introducono infatti meccanismi di controllo individuale, (all'art.57) anche attraverso l’introduzione dei sistemi di “intelligenza artificiale”, che nonostante l’ambigua copertura del rispetto dell’art. 4 L. 20 maggio 1970, n. 300, di fatto propone un controllo della prestazione/produttività del singolo lavoratore.

Inoltre, al fine di eliminare qualsiasi attività di conflitto e opposizione, si è pensato bene di disciplinare il diritto alla rappresentanza sindacale e il diritto allo sciopero (Art.5 Garanzia per prestazioni indispensabili), a favore dei soliti noti.

Nonostante le tante lodi sulla bontà del rinnovo che in questi giorni in molti enfatizzano, ribadiamo quanto sia estremamente penalizzante per i lavoratori sotto il punto di vista delle tutele, vista anche la possibilità di incremento della percentuale di assunzioni con contratti di somministrazione e/o termine che aumentano le differenze tra lavoratori della stessa filiera in cambio di aumenti economici irrisori.

Appare evidente come ormai sia passato (purtroppo) il concetto del pensiero unico, più competenze e produttività, come unica ricetta per garantire profitti comprimendo salari e condizioni di lavoro più flessibile. Un ottimo risultato, non c’è che dire!

Le vittime sono sempre i lavoratori in particolare quelli dei call center, coi miserevoli stipendi, sotto inquadrati, come migliaia di lavoratori assunti come consulenti (interinali/progetto) e utilizzati come “carne da macello” per le esigenze dei flussi del mercato.

Come USB invitiamo i lavoratori a chiedere conto e ragione della firma e a dissociarsi da chi, negli ultimi decenni, ha contribuito a mortificare e demonizzare i lavoratori, ad affamarli con accordi sempre più al ribasso pur di mantenere saldi i propri privilegi.