Information Technology: Insuperabili nel fare ammuina
Roma, 29 luglio 2016
Telecom Italia Information Technology (TI.IT, prima chiamata SSC, Shared Service Center ) è la società del gruppo Telecom Italia specializzata in servizi e prodotti dell’ITC, nata nel 2003 dalla fusione di Telecom e Pirelli (ex SSC), con l’obbiettivo di realizzare un polo informatico con competenze specialistiche e all’avanguardia per fornire soluzioni nell’ambito dei sistemi corporate.
Dopo che per anni è stata umiliata, gonfiata di personale, svuotata di attività e depauperata di professionalità pregiate, lasciandola ad un ruolo residuale e senza futuro industriale, oggi per qualche strano motivo assume una posizione centrale nel contesto dell’informatica del Gruppo TIM che necessita della sua fusione per incorporazione all’interno del perimetro del gruppo.
L’unica certezza è che l’aria che tira in Information Technology non è delle migliori, infatti la sensazione è quella della famosa citazione di "Facite ammuina": tutti chilli che stanno a prora vann'a poppa e chilli che stann'a poppa vann'a prora; Così, ammuina su ammuina, si ritorna al passato con la reale integrazione dei processi tecnologici? Quindi mera riorganizzazione societaria? Siamo proprio sicuri ?
Per questo ci chiediamo, se veramente si sta pensando di creare un settore che valorizzi particolari servizi utilizzando le nuove tecnologie, come un reale settore trainante per il futuro dell’azienda, altrimenti, è lecito ipotizzare che questa operazione sia puramente finanziaria alla luce degli obbiettivi dell’AD Cattaneo, ovvero un miliardo di economie aggiuntive rispetto al piano 2016‐2018 che già prevedeva 600 milioni di risparmi.
L’accordo preliminare del 18 luglio ’16 tra Azienda e Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, confermato dal consiglio di amministrazione di Telecom Italia del 26 luglio, prevede che questa operazione nei fatti produca un effettivo risparmio economico a vantaggio dell’azienda; infatti con il pre‐accordo ai lavoratori di TIIT verrà applicato nei prossimi mesi un contratto di solidarietà di 2 anni per la gestione di 300 esuberi (smentiti dalle stesse OO.SS. frimatarie di questo pre‐accordo a novembre 2015), che verrà prolungato dopo la fusione fino alla scadenza, con le stesse modalità già in essere in TIM.
A ciò si aggiungono le prevedibili criticità del problematico percorso di integrazione nel gruppo, attraverso modifiche organizzative che, presumibilmente, saranno però realizzate solo se comportano un indiscutibile riduzione dei costi e un meno sicuro recupero di efficienza.
Siamo dunque fortemente preoccupati per quanto esposto nella presentazione del CEO TIM sui Risultati del Gruppo all’ultima assemblea degli azionisti, relativamente al capitolo sul contenimento dei costi del lavoro denominato “Non‐strategic IT branches outsourcing” e su quanto affermato rispondendo ad una domanda specifica sul futuro di TI.IT: “si sta studiando un progetto di esternalizzazione dell’IT selettivo che sarà attuato in accordo con i sindacati.”
Mentre qualcuno canta VITTORIA, noi temiamo non sia un PIANO industriale finalizzato al risanamento ma uno SPIANO industriale dove un pezzo alla volta, un settore dopo l’altro, i lavoratori in TIM rischiano di diventare un bacino di precari privi di collocazione certa ….questo è chiaro per molti ma non per tutti!!
USB Lavoro Privato ‐ TIM