Rinnovo del CCNL Telecomunicazioni Facciamo un po' di chiarezza
Negli ultimi anni l’inflazione, in particolare quella legata ai prodotti alimentari, ha diminuito il potere d’acquisto. I prezzi dei beni di prima necessità sono aumentati tra il 30% e il 50% rispetto al periodo precedente alla pandemia, causando maggiori difficoltà economiche e sociali per coloro che vivono di stipendio. In questo contesto, il rinnovo del CCNL Telecomunicazioni è un elemento importante per tutelare i lavoratori del settore.
Dopo tre anni dalla scadenza, le trattative sono riprese con la richiesta da parte della delegazione sindacale CGILCISLUIL di un aumento salariale sicuramente non sufficiente per recuperare il potere d’acquisto eroso dall’inflazione, che ha superato il 16% nel triennio di riferimento.
Poiché l’aumento salariale è indispensabile per garantire un tenore di vita dignitoso ai lavoratori, i cui stipendi reali sono diminuiti mentre i prezzi continuano a salire, per noi di USB è necessaria una revisione dei modelli organizzativi delle condizioni di lavoro, con particolare attenzione alla digitalizzazione, al lavoro agile e alla formazione continua.
La contrattazione collettiva deve tutelare i lavoratori, in particolare i giovani, contro le crescenti condizioni di precarietà e la frammentazione dei diritti, promuovendo tutele e stabilità occupazionale.
Salari insufficienti, instabilità e mancanza di riconoscimento sono fattori che alimentano il disincanto e la precarietà, per questo il lavoro deve tornare ad essere elemento centrale di identità e realizzazione personale, non fonte di frustrazione e insoddisfazione.
Quello che emerge conferma le preoccupazioni espresse in passato, e le denunce che da anni portiamo avanti: la crisi economica continua senza freni, colpisce soprattutto chi vive del proprio lavoro e i contratti collettivi non recuperano la perdita di salario reale.
ASSTEL ha avanzato richieste riguardanti la revisione dei sistemi di inquadramento professionale e un incremento della produttività. Viene inoltre rilevata una criticità: il sistema attuale offre forme di lavoro considerate scarsamente retribuite e sfruttate, una condizione che viene progressivamente rifiutata dalle nuove generazioni come fondamento della propria carriera.
Per questo, secondo noi i punti dirimenti per un vero rinnovo del CCNL sono i seguenti:
- L'introduzione per legge di un salario minimo orario pari ad almeno 12 euro, calcolato sui minimi tabellari e successivamente adeguato a ciascun livello contrattuale. Questo rappresenterebbe una misura efficace contro la diffusione dei cosiddetti contratti pirata, la cui principale caratteristica consiste nella riduzione dei minimi tabellari previsti dai contratti collettivi.
- Il calcolo dell’inflazione dovrebbe basarsi sul parametro FOI (Famiglie di Operai e Impiegati), che riflette l’inflazione effettivamente sostenuta dai lavoratori e registra un incremento di quasi il 17%. Diversamente, l’utilizzo dell’IPCA (Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato), il quale esclude dal calcolo i beni energetici, mostra un aumento pari al 12%. La differenza, superiore a 5 punti percentuali, si traduce in una perdita mensile di diverse centinaia di euro per i lavoratori.
- A seguito dell’innovazione tecnologia è giunto il momento di introdurre le 32 ore di lavoro settimanali su 4 giorni lavorativi.
- Obbligo di pubblicare i mansionari con aumento automatico dello stipendio in caso di variazione di mansioni.
- Introduzione di minimo due giorni settimanali di lavoro da remoto, per tutte le professioni che lo consentono, riducendo l’impatto ambientale del pendolarismo.
INSIEME POSSIAMO FARE LA DIFFERENZA; NO ALLA PRECARIETÀ, SÌ AL LAVORO DIGNITOSO