TIM: è tempo di fermare l'arroganza padronale

Roma -

Roma, 21 novembre 2016

Con la solita arroganza TIM sta mettendo in campo l'ennesimo attacco ai diritti e alle condizioni dei lavoratori dell'azienda. Da tempo Tim è sotto la lente d'ingrandimento delle authority per le telecomunicazioni, che hanno inflitto all'azienda pesanti sanzioni economiche, per aver praticato, come sostengono agcom e antitrust, una disparità di trattamento nei confronti degli altri Operatori di telefonia che utilizzano la rete.

Si tratta una politica “pianificata” dai vertici aziendali; non solo le multe sono minori agli introiti indebitamente intascati, ma per di più TIM strumentalizza le sanzioni per non pagare le quote di salario legate ai premi di produzione. Con forza nelle assemblee, nei comunicati e nel presidio tenuto questa estate sotto la sede di Corso d’Italia abbiamo denunciato come la politica del management mirasse a fare cassa sulle spalle dei lavoratori della TIM, e delle aziende appaltatrici.

Grazie ad accordi sindacali imposti ai lavoratori, il vecchio management aveva imposto un netto peggioramento dei turni nei reparti tecnici e nei call center, introdotto l'estensione delle ore di presidio nelle fasce serali e nei giorni festivi. A tutto questo si è aggiunto il ricorso ai contratti di solidarietà, estorto anche questo grazie ad accordi sindacali che si fondavano su dichiarazioni di esuberi a nostro avviso “fittizi”, con l'unico intento di attingere fondi dalle casse dello stato.

Il nuovo consiglio di amministrazione, insediatosi da qualche mese, ha continuato questa politica, prima con la mancata erogazione del premio di risultato, mentre i dirigenti arraffavano cospicui premi personali, fino ad arrivare alla disdetta del contratto di 2° livello.

Insieme alla disdetta la dirigenza TIM ha messo sul tavolo una proposta di rinnovo contrattuale inaccettabile: ulteriore flessibilità dell’orario di lavoro, ferie e permessi individuali controllati attraverso una ferrea programmazione, strumenti questi che mirano ad aumentare le ore lavorabili, ma con un salario che rimane fermo ed in alcuni casi viene diminuito in virtù del de-mansionamento e della riduzione del salario per il personale dichiarato in esubero. Nella proposta di TIM e ASSTEL c’è un ulteriore inasprimento del controllo a distanza con la rilevazione dati globali e individuali tramite tutti gli “strumenti di lavoro”.

La mobilitazione delle Tute Rosse dice che tra i lavoratori c’è voglia di difendere i propri diritti e che questo può avvenire solo fuori dalle compatibilità di CGIL CISL UIL.

La proposta TIM va respinta con la forza della mobilitazione, vogliamo un contratto che ridia dignità, salario e diritti ai lavoratori !

 

USB settore Telecomunicazioni