TIM: Esodo continuo, un fenomeno emorragico a beneficio di chi?
Sfruttando quanto previsto dalla legge di bilancio 2020 l’8 marzo ’21 è stato sottoscritto l’accordo per prolungare per tutto il 2021 le procedure ex legge n.223/91 (ART. 4 – USCITE PER LEGGE FORNERO LEGGE e Procedura di Mobilità/ Quota 100) avviate nel 2017 e nel 2018, al fine di permettere a chi ne farà richiesta di fruire dell’esodo incentivato.
L’accordo, al momento valido soltanto per il 2021, consente l’uscita a chi raggiunge i limiti pensionabili, vecchiaia o anzianità, entro il 31 dicembre 2026, per un massimo di 1.300 lavoratori nel 2021 e potenzialmente ulteriori 170 lavoratori con la “QUOTA 100”. Inoltre, sono previsti degli incentivi a garanzia dell’assegno pensionistico per sollecitare l’adesione.
Un ulteriore esodo, dopo le 4700 uscite degli ultimi 2 anni, sulla carta per favorire il turnover aziendale in funzione dell’innovazione tecnologica in atto, nella realtà per espellere forza lavoro.
Inoltre, la riconversione alle nuove competenze digitali tramite i corsi in atto finanziati dall’ANPAL (Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro) e il Progetto Desk Sharing, non sono altro che un taglio dei costi diretti, come il costo del lavoro, e indiretti, sulla logistica nel caso del piano spazi.
Tutte iniziative che non intervengono strutturalmente per un reale rilancio industriale dell’azienda, ma semplicemente attingono in molti casi a fondi della fiscalità generale.
In questo scenario di profonde trasformazioni del mondo industriale e più in generale economiche e sociali, nessuno ha idea degli esiti futuri per le imprese e per i lavoratori ma al momento appare certo che i ricavi siano in calo, che le uniche iniziative avviate siano quelle sopra descritte (riduzione dei soli costi operativi) e che per effetto della contrazione dell’EBITDA ci saranno evidenti impatti negativi sul raggiungimento dell’obiettivo del PdR per i lavoratori.
Ci auguriamo che le iniziative di riposizionamento industriale di TIM con la nascita di FiberCop e Noovle traghettino l’azienda in lidi più tranquilli ma, come abbiamo sempre dichiarato, siamo convinti che il successo dipenderà dal controllo pubblico di tali operazioni, in modo da garantire investimenti e innovazione certa per un forte rilancio del sistema economico del Paese.