TIM: Sosteniamo la lotta delle Tute Rosse
Vogliamo un contratto con + salario + diritti e senza jobs act!!
Roma, 18 novembre 2016
In alcune città molti lavoratori, principalmente tecnici di Open Access, (Tute Rosse) si sono mobilitati in maniera auto‐ organizzata, protestando contro la vergognosa proposta di rinnovo contrattuale dove la TIM cerca di imporre la massima flessibilità del rapporto di lavoro oltre che lo smantellamento del contratto nazionale.
La forte partecipazione registrata a Roma, Palermo e Napoli, in alcuni casi è riuscita a rompere la censura dei media, giornali e TV infatti hanno dovuto dare spazio a questa mobilitazione che vede i lavoratori mobilitarsi fuori dalle compatibilità di CGIL, CISL e UIL.
la lotta e l’indipendenza dei lavoratori sono necessari per spezzare il ricatto padronale L’USB Telecomunicazioni esprime tutto il suo sostegno alle tute rosse, che dopo anni di immobilismo e complicità sono scesi in piazza con forza, senza delegare niente a nessuno. E’ un segnale importante che va oltre i confini della Telecom e parla a tutti i lavoratori del settore telecomunicazioni.
E’ sempre più importante, ricostruire quei legami, quell’unità di intenti, quella socializzazione delle esperienze fra lavoratori, per contrastare l’attacco padronale e la politica di resa perseguita da CGIL, CISL e UIL.
Mentre le aziende fanno profitti e i manager si ingrassano i lavoratori di Telecom, Teleperformance, Almaviva, Gepin e Vodafone fanno i conti con il controllo a distanza, aumento dei ritmi di lavoro, con lo schiacciamento dei salari e ricatto occupazionale.
A Teleperformance le RSU USB hanno inchiodato l’azienda con la lotta sindacale e con una denuncia all’ispettorato del lavoro, per tutta risposta CGIL‐CISL‐UIL il 9 novembre hanno soccorso l’azienda firmando un accordo che introduce in maniera surrettizia e ricattatoria il controllo a distanza anticipando così l’ intenzione di inserirlo nel nuovo CCNL.
E' infatti in corso il rinnovo del contratto nazionale di primo livello delle Telecomunicazioni, che riguarderà circa 200.000 lavoratori del settore per i prossimi tre anni. L’USB ha fatto la sua proposta, alternativa alla piattaforma dei sindacati confederali, e in opposizione alla proposta irricevibile di TIM ASSOTEL .
Le proposte aziendali, come quelle di CGIL,CISL e UIL, di semplificare il contratto di primo livello, altro non sono che applicazioni mascherate del Jobs Act, delle nuove peggiorative normative del lavoro, dell’applicazione degli accordi che rendono sempre più precari e malpagati i lavoratori.
La lotta delle tute rosse contro l’aumento dei ritmi di lavoro, contro il controllo a distanza attraverso gli strumenti di lavoro, è una risposta a queste moderne forme di sfruttamento.
Sosteniamo la lotta delle tute rosse, rispettandone i percorsi e le forme organizzative che questi lavoratori si sono dati, e lavoreremo al tempo stesso per allargare la lotta a tutti i lavoratori del settore TLC e Call Center.
Vogliamo restituire ai lavoratori il diritto di scegliere e decidere in prima persona il proprio contratto, sul salario, sull’orario di lavoro. Vogliamo respingere il controllo a distanza e l’estensione dei diritti sindacali contro le limitazioni del diritto di sciopero e contro il monopolio di CGIL CISL UIL e ASSOTEL.
USB settore Telecomunicazioni