TIM: Futuro in bilico tra Opa e scorporo della rete, la definitiva capitolazione
In questi giorni sta prendendo forma l’ipotesi proposto da Fratelli d’Italia (FdI), definito Progetto Minerva, in alternativa al piano sostenuto dal governo uscente guidato da Mario Draghi, con l’obbiettivo di potenziare la copertura della banda larga in tutto il paese, evitando una duplicazione degli investimenti sull’infrastruttura della rete.
In attesa che la politica decida sulla forma di scorporo dell’infrastruttura della Rete, per noi lavoratori non resta che capire di che morte morire:
- In base al progetto di scorporo prospettato da Labriola
- Oppure in alternativa sull’ipotesi proposta da Fratelli d’Italia (FdI), definito Progetto Minerva.
Ricordiamo ai nostri colleghi che entrambi i progetti portano al dissolvimento di TIM-Telecom Italia.
Comunque vada, l’attuale management si sta portando avanti con le operazioni di riorganizzazione societarie, coinvolgendo un numero sempre maggiore di lavoratori:
- Ha deliberato nel CdA il progetto di scorporo della funzione Enterprise
- Sta svuotando di lavoratori la funzione Consumer
- Sta peggiorando il livello di controllo di interi processi aziendali:
- progetti IT essenziali al funzionamento della “macchina TIM” completamente in mano ai fornitori;
- progettazione, esecuzione, consuntivazione e documentazione negli inventory di rete della rete FTTH completamente in mano alle imprese, senza alcun controllo sulla qualità dei lavori. Rete sulla quale, lo ricordiamo, l’azienda punta in teoria il suo rilancio;
- svuotamento di competenze fondamentali per la continuità dell’attività lavorativa a causa degli esodi e delle ricollocazioni senza senso;
- subisce le ingerenze di natura geopolitica sulla scelta dei fornitori di apparati di rete, danneggiando sé stessa;
Dietro la semi-nazionalizzazione della sola infrastruttura di rete, a chi giova questo tipo di dinamica se non semplicemente a facilitare e giustificare l’operazione di societarizzazione in corso, per il definitivo annientamento di un potenziale concorrente europeo sul mercato delle TLC?
Si noti che TIM è un pezzo fondamentale nel complesso puzzle economico-sociale del Paese che vede un globale arretramento delle condizioni di vita dei suoi cittadini il cui prossimo futuro è minacciato dal proseguimento dello stato di guerra, dall’inflazione crescente, dalla natura anche del nuovo Governo filo padronale e repressiva nei confronti delle lotte dei lavoratori.
USB ha nella sua natura quella di guardare al particolare di una situazione aziendale sempre tenendo presenti le dinamiche generali che però il nuovo governo, come i precedenti, indirizza alla compatibilità con i principi liberisti e guerrafondai dell’Europa finanziaria che tutti ben conosciamo.
È per questo che invitiamo i lavoratori TIM a partecipare convintamente allo sciopero generale unitario promosso da tutto il sindacalismo di base il 2 dicembre e alla manifestazione nazionale che si terrà il 3 dicembre a Roma contro le privatizzazioni e per la nazionalizzazione delle telecomunicazioni a garanzia di investimenti e innovazioni certe per un forte rilancio dell’economia pubblica.
ABBASSATE LE ARMI, ALZATE I SALARI !