Sciolta la riserva sul CCNL TLC
SLC-CGIL, Fistel-CISL e UIL-Com
confermano la politica dei salari poveri
Nella giornata dell’11 dicembre, mentre in molte aziende del settore erano ancora in corso le consultazioni, è arrivata la notizia che SLC-CGIL, Fistel-CISL e UIL-Com avevano sciolto la riserva, approvando un contratto che rappresenta l’ennesima resa ai diktat delle aziende e alla logica dei salari da fame.
Le stesse asseriscono di un presunto 70% di favorevoli, ma la realtà, alla luce delle molteplici segnalazioni provenienti da diverse aree territoriali regioni è ben diversa: rabbia, delusione e una diffusa insoddisfazione che i firmatari si ostinano a non vedere.
È evidente che quando le modalità di consultazione assume carattere meramente formale, l'esito risulta già determinato. Tuttavia, emerge un dato oggettivo: il rinnovo comporterà una progressiva perdita del potere d’acquisto per i lavoratori, senza misure di tutela adeguate per il futuro.
Questo scenario implica retribuzioni in diminuzione, a fronte dell’aumento del costo della vita e del peggioramento delle condizioni generali.
La situazione appare ulteriormente paradossale a causa della posizione adottata dalla CGIL, che proprio nella giornata del 12 dicembre ha proclamato uno sciopero generale per contestare il livello dei salari, giudicati insoddisfacenti, per poi avvallare un rinnovo contrattuale senza modifiche sostanziali rispetto alla situazione economica dei lavoratori interessati.
Con questo rinnovo vengono introdotte, per la prima volta, distinzioni sia di salario che di regole tra i lavoratori in House, CRM / BPO (Call Center) e quelli impiegati tramite appalto. Questo porta a una divisione strutturale fra persone che svolgono le stesse mansioni ma sono trattate in modo diverso, con diritti e salari inferiori.
In un settore già caratterizzato da notevoli disparità, specialmente dovute all'alta presenza femminile, questa decisione rappresenta un attacco diretto ai principi di dignità e uguaglianza.
USB non accetta questa logica di sottomissione e impoverimento. Continueremo la mobilitazione, chiamando tutti i lavoratori a unirsi per rivendicare salari dignitosi, diritti veri e rispetto. Non ci fermeremo finché il lavoro non sarà davvero tutelato e valorizzato.
BASTA LAVORO POVERO! BASTA CONTRATTI AL RIBASSO!
USB È DALLA PARTE DI CHI LAVORA.